Scrivere per me...

“Ho sempre pensato che scrivere, per me, fosse un’urgenza. Qualcosa di strettamente necessario per la mia sopravvivenza. Un dolore piacevole. Come una piccola ferita da cui si succhia il sangue ancora caldo. E le ferite nel corso del tempo sono cambiate. Prima sono state le vite che avrei voluto vivere, poi le cose che avrei voluto dire, poi tutte quelle che avrei voluto fare. Insomma un luogo intangibile dove le possibilità e gli imprevisti vanno a mescolarsi nello stesso mazzo. La vita insomma. Sulla carta però, che scorre attraverso l’inchiostro, a volte nel ticchettio insopportabile di una tastiera. Anche quando non ci sono le parole. Paradossale. Eppure è così. Quando mancano è insopportabile, e mi viene voglia di scrivergli per dirgli di tornare. A volte mi sento persino superflua nel mio tentativo imbarazzante di riordinarle. A volte credo di non farcela, di non poter sopportare il caos che spesso le determina. Ma poi qualcosa accade. Una specie di mistero in cui però non si può fare a meno di alcune regole. Come dire, è necessario mettere tutto in disordine, per accorgersi di quanto abbiamo accumulato. Le nostre esperienze, i nostri pensieri, tutto merita di essere raccontato. E la letteratura non è altro che una splendida finestra sul mondo. Anche soltanto una finestra dentro di noi."