mercoledì 29 dicembre 2010

E' necessario sbagliare

se non fai non puoi sbagliare
a volte è necessario sbagliare
per non avere rimpianti
e so che qualunque cosa accadrà
accadrà per via del troppo cuore
per il fatto di aver desiderato vivere
e non sopravvivere
in apnea per un po'
per respirare poi...

martedì 28 dicembre 2010

Non mi importa dei 'per sempre'...

E' strano come a volte, le nostre più grandi gioie, siano spesso motivo di grande tristezza. Se pensassi di non averti più...
Se pensassi che tu...
Ma tu mi dici che non importano i 'per sempre'.
Importa solo dire ti amo tutti i giorni della vita.

martedì 14 dicembre 2010

Se fuori nevica

Se fuori nevica,
non puoi che farti caldo dentro.
Provare a conservare tutti i sogni
per quando smetterà.

domenica 21 novembre 2010

Essere due

Io non avevo idea
di cosa volesse dire
avere 4 mani anzichè 2.
E si corre più veloce con 4 gambe.
E si respira più in fretta
con 2 nasi.
E le parole sono troppe
con 2 bocche.
E i silenzi più immensi
con 4 orecchie.
Io non avevo idea
di cosa volesse dire
essere 2.

Pensiero per chi sa

Spesso non mi accorgo
del bene che mi dai
troppo presa come sono
a perdermi nel vento
a correre da sola.
E tu resti
immobile
a contemplare
ogni cosa
con la paura silenziosa
di una specie di disastro.
Ma solo una verità
conta e resta
ed è quella di
non perdere mai
il miracolo di te.

giovedì 18 novembre 2010

Al di là dell'amore

Al di là dell'amore
ci sono delle strade
che fanno perdere il passo.
Che diventa fango
a portar via la bellezza.
Cose a cui
non riesci a smettere
di pensare.
Cose a cui
non riesci
a trovare un posto.
Cose che non si rassegnano.
Che diventano
assurde con
la giusta distanza.
Basterebbe
vivere il presente.
E non pretendere
nient'altro
che una
carezza
prima del lavoro.

martedì 16 novembre 2010

Mentre ti parlo...

Vorrei che mentre ti parlo fosse Natale.
Perchè mi piacerebbe trovare un pretesto.
Perchè a volte le distrazioni sono utili.
Perchè potrei coprirmi il naso con la sciarpa.
Perchè potrei profumare di mandarino una stanza.
Perchè potrei immaginare anche la neve.
Perchè potrei chiederti se è già mezzanotte.

martedì 9 novembre 2010

Altrove

Non sono che un tramite, un "attraverso", un portare altrove. Niente è per me. Solo due righe ogni tanto, qualche bacio sulla fronte, qualche sogno scaduto, qualche attesa, qualche stanza con poca luce. Non sono che una che ha scommesso sui cavalli azzoppati nel buio. Non sono altro che un giro di "calcio in culo" fatto col biglietto in mano. Ma so che ogni domani può essere diverso e che niente è impossibile per chi non lo deve fare.

mercoledì 3 novembre 2010

Scrittura creativa 101

Perchè è un posto,
prima di essere un omaggio.
Perchè le parole,
sono storie.
E ogni uomo
ne ha diritto ad una.

Resistenze

non si tratta di resistere
non si tratta di saper dire no
la vita è ben altra resistenza
che si concentra sempre
su ciò che non puoi avere
su ciò che non riuscirai a poterti dare
si dovrebbe poter godere di certi sguardi all’infinito

venerdì 29 ottobre 2010

Mini abbecedario

Ah, Basterebbe Che Domani Esistessero Fortunati Giorni! Ho In Latenza Molte Nuvole O Piccolissime Quasi Risicate Stupide Titubanze. Un Velleitario Zibaldone.

giovedì 21 ottobre 2010

Intorno a me

Non mi accorgevo
di quanto cambiavano
le cose intorno a me.
E non per volontà mia,
che ero soltanto una naturale conseguenza del mio essere al mondo.
A volte appannata.
A volte in ritardo.
A volte prossima e latente.
Ma ne ero parte.
Forse era davvero mia.
Nonostante gli occhiali sporchi di dentifricio.
E l'alito impastato di caffè.
Nonostante i capelli cresciuti in fretta sulla testa.
E pensieri di dubbio gusto
postati agli angoli della bocca.
Come rughe.

mercoledì 29 settembre 2010

Dentro le parole. II° Laboratorio di Scrittura Creativa


L’associazione di promozione sociale ForMentis comunica che sono aperte le iscrizioni per il II° Laboratorio di scrittura creativa “Dentro le parole” tenuto dalla Dott.ssa Daniela Medico. Laureata in Lettere e specializzata presso il Centro Europeo per l’Editoria di Urbino, la Dott.ssa Medico è Giornalista pubblicista e redattrice per il web. Vincitrice del bando “Cantiere Scritture giovani” edizione 2010 organizzato dal Festival della Letteratura di Mantova.

Il laboratorio è un'esperienza comune attorno alla letteratura, nella doppia veste dello scrivere e del leggere. In un clima di divertimento, dialogo e amicizia, si legge, si scrive, si immagina, si ascolta, si riflette insieme e si condividono testi, impressioni, esperienze e idee. Ognuno costruisce e sviluppa il proprio talento attraverso un costante e paziente lavoro sul proprio modo di scrivere e un confronto aperto con l'editor (Daniela) che anima il laboratorio e con gli altri. Il lavoro si fonda principalmente sulla lettura e l’analisi di testi di narrativa tratti dalla grande e piccola letteratura, ma anche attraverso il confronto con modelli di narrazione sviluppati attraverso altri linguaggi (cinema, musica e pittura); lo svolgimento e la correzione condivisa di specifici esercizi di scrittura; l'ascolto e la verifica periodica dei propri e altrui testi; una mailing list elettronica che consente in ogni momento la condivisione di testi, impressioni, quesiti e risonanze. Il lavoro svolto all'interno del laboratorio consente di diventare più consapevoli della propria scrittura e della propria voce narrante, migliorare la propria scrittura (in termini di accuratezza, coerenza, chiarezza e profondità dell'espressione), sviluppare la propria capacità di visione della realtà e, di conseguenza, di invenzione di storie. Ma, anche di accrescere la propria capacità di mettersi in gioco, ascoltare, confrontarsi con gli altri e di sviluppare la sensibilità necessaria per gustare più intensamente e per valutare criticamente un testo di letteratura.
Il laboratorio si terrà tutti i Lunedì a partire dall’ 8 Novembre fino al 14 Febbraio, dalle ore 19 alle ore 21, presso l’Associazione di promozione sociale Formentis, in via Calatafimi 44. I principali elementi del Laboratorio saranno: il corpo narrativo, la trama, i personaggi, lo stile, il dialogo, la voce narrante, l’ambientazione e il tempo, dal climax al finale, la revisione, la creatività. Al termine del laboratorio sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Il costo del Laboratorio è di 150.00 Euro a persona, in cui sono incluse le spese per i materiali didattici. Il giorno 28 Ottobre alle ore 19.00, in occasione della chiusura delle iscrizioni, si terrà un incontro di presentazione del Laboratorio presso la sede dell’Associazione Formentis.

Per maggiori informazioni è possibile contattare via e-mail danielamedico@gmail.com o rivolgersi presso l’Associazione Formentis in Via Calatafimi, 44 ore 9:30/13:00 – 15.30/19.30 e-mail: formentis@libero.it - Tel: 080/747030; Cell: 331/7540633.

venerdì 17 settembre 2010

Esercizi di stile, il monologo gergale.

Ho sentito il motore della brumma prima hic e poi stop. Ho sparato il finestrino nella speranza di non pesciare. La calura si moltiplica sui sedili di skin. La paglia, lakystraik, mi fa molta meno saudade. Se lukko bene, oltre le rondini, non c'è nessuno che mi helpa. Potrei squillare, ma non so telefonare. Potrei lucchilare ma chi potrebbe sentirmi, oltre me e questo ammasso di titanic? E resto in stand by, come una segreteria telefonica, sul davanti di una Duna, mentre vedo la sera downarsi e schiantarsi sull'asfalto.

giovedì 16 settembre 2010

Se, chissà, quando, sì.

Quando parliamo, agiamo.
Le parole contengono più di una possibilità.
Se, chissà, quando, sì.
Possono ferire,
possono distrarre,
possono capire,
possono comandare.
Possono fermare.
.

mercoledì 15 settembre 2010

Quando il mondo non basta...

Quando il mondo non basta.
Ci sono le parole dentro ai libri.
Che sono finestre.
Che sono porte fatte d'accenti.
Che sono vite soltanto immaginate.
Che sono virgole, sillabe, spazi bianchi.

mercoledì 8 settembre 2010

In questo istante

Sei in una linea
della mia mano.
Sei nel solco
in cui affondo
l’unghia,
nella scheggia
di tempo
che da me
ti ha portato.
In un confine
di pelle
che non posso
prevedere.
In questo istante
di vita
che finalmente
mi appartiene.

lunedì 6 settembre 2010

Delirium

Faccio un passo indietro
Rispetto al mio delirio.
Mi concedo una restituzione,
non solo l’apnea.
Ho una strabismo necessario
Che mi lascia vedere
Dove non guarda mai nessuno.
Dai miei occhi cade il senso
Di un cuore che ha raccontato
Una storia e che Adesso si gode il momento migliore.
La fine.

venerdì 30 luglio 2010

Se tutto questo.

Se tutto questo poi un giorno finisse, allora finirà.
Non so perchè quando mi vedo nei tuoi occhi mi sento così instabile.
La paura di perdere il tuo sguardo,
quella mano e quell'anello.
In questo corpo che vorrebbe poterti tenere sempre a sè,
darti un figlio,
baciarti col sole negli occhi.

giovedì 3 giugno 2010

L'urgenza di scrivere.

Ho sempre pensato che scrivere, per me, fosse un’urgenza. Qualcosa di strettamente necessario per la mia sopravvivenza. Un dolore piacevole. Come una piccola ferita da cui si succhia il sangue ancora caldo. E le ferite nel corso del tempo sono cambiate. Prima sono state le vite che avrei voluto vivere, poi le cose che avrei voluto dire, poi tutte quelle che avrei voluto fare. Insomma un luogo intangibile dove le possibilità e gli imprevisti vanno a mescolarsi nello stesso mazzo. La vita insomma. Sulla carta però, che scorre attraverso l’inchiostro, a volte nel ticchettio insopportabile di una tastiera. Anche quando non ci sono le parole. Paradossale. Eppure è così. Quando mancano è insopportabile, e mi viene voglia di scrivergli per dirgli di tornare. A volte mi sento persino superflua nel mio tentativo imbarazzante di riordinarle. A volte credo di non farcela, di non poter sopportare il caos che spesso le determina. Ma poi è capitato qualcosa… Attraverso l’esperienza del Cantiere Scritture Giovani, ho scoperto che la chimica dello scrittore è composta da altri fondamentali “elementi”. Oltre all’autoreferenzialità tipica di ogni autore ci sono altri scrittori, editori, traduttori, critici, agenti. Tutti in lotta per far parte dello stesso “atomo” letterario. Si è unici finché non si resta distanti, più forti se uniti nello stesso nucleo.

venerdì 14 maggio 2010

E' solo un favore.

- Potresti fare una cosa per me?
- Cosa?
- Potresti fingere di amarmi?
- In che senso?
- Nell'unico senso possibile.
- Cioè?
- Conosci la direzione.
- No.
- Descrivi un sentimento, anzichè viverlo.
- Perchè dovrei farlo?
- Perchè ne ho bisogno.
- Come potresti averne bisogno.
- Perchè non mi proteggo dal dolore. Sono possibilità che non ritornano. E' solo un favore.
- Sì, solo un favore.

giovedì 6 maggio 2010

Se fuori piove

Se fuori piove,
il cielo arriva forte a prendersi ogni ragione.
Nuvole basse, veloci, piene di bianco.
Come due occhi che hanno paura, divorano il senso di tutto lo spazio.
Se fuori piove,
le gocce disegnano direzioni nuove.
E quando tutto d'un tratto fuori si ferma,
come un amante aggrappato alla schiena,
puoi sentire ancora il piacere arrivare a piccoli sprazzi,
le ultime gocce in ritardo posarsi dentro di te.

venerdì 30 aprile 2010

La pace che porta

Freddo il momento
che si è fermato
nel vento
in un lunedì
come tanti
a rincorrere
un caffé
che della pace
che porta
non rimane che il nome

sabato 24 aprile 2010

Un'altra vita

Fuori c'è un'aria strana. Un pò è distanza e un pò è senso di colpa. Ma non posso fare a meno che sia così. Passare il tempo a cadere nelle ovvietà, versarti del vino nel bicchiere mentre ti levi col borotalco le macchie dal pantalone. Le tue mani, sopra le mie, non riuscire a darti il corpo che vorresti. Eppure senza di te non è possibile. Ma un'altra vita sarà, oltre le lune e gli uragani, le tue mani, sopra le mie mani.

sabato 27 marzo 2010

Qualunque cosa la libertà

Qualunque cosa la libertà
qualunque cosa un sogno
una casa sul mare
un treno che sempre t’aspetta per partire
null’altro da dire
e questo silenzio non basterà
nemmeno il buio
nemmeno l’eternità
nemmeno la pancia
su cui dormire
nemmeno uno spazio bianco
da riempire
mi basterebbe che
potessi solo vederli tornare
una bicicletta non serve per partire
ma solo ad allontanare il desiderio che hai di rimanere
fermo
illuso
distante
perduto
tu.

sabato 13 marzo 2010

Power ranger

A volte mi sento un power ranger nel corpo di una donna. Mi sento piena di super poteri fosforescenti che non servono a nulla. Non riesco nemmeno a togliere le macchie dal bucato. Ascolto musica e mi sono accorta che anche i vinili possono essere random. Basta non accorgersi di ciò che si sta sentendo. Si possono vivere bellissimi istanti di stupore. Basta restare inconsapevoli.
Ho più di una possibilità. Pensare alla mia vita come a un immenso caos in cui ha senso perdersi, oppure pensare alla mia vita come a un immenso caos in cui perdersi era soltanto inevitabile. Per amare non bastano i sentimenti, ci vuole volontà. Tutte queste spalle, la quercia che è in me. Io voglio sentirmi libera di dimenticarti. E arriverà un giorno in cui ti guarderai anche tu e ti chiederai cosa siamo stati davvero. Se solo una parentesi tra le normali direzioni, oppure un'alternativa troppo fragile per le nostre radicate sovrastrutture. Io so che mi avresti amato. Ed è questo a farmi male. Io so che mi avresti amato se...mi avessi amato. Ma tu mi vuoi un gran bene e mi vuoi tenere con te. Ma io ti amo sul serio e non fa più paura questa differenza e nemmeno queste parole. Posso solo viverla e smettere di farne una colpa. Non possiamo scegliere chi amare, è tutto un miracolo frettoloso e sul quale non abbiamo potere. Ma non possiamo certo amare trattenendo le nostre reali intenzioni. Tradendo chi abbiamo di fronte. Trattenere un bacio, un sorriso, una carezza. E tutto questo sperare di cambiare, di trasformare ciò che invece ci ha cambiati è una bestemmia. Io mi vivrò. La casa, ogni cosa, il tuo viso, io non posso, io non ci riesco, tutto mi travolge. Vorrei trovare un modo per viverti ma forse l'occasione ci è scivolata tra le mani, incastrati in ruoli che nemmeno sapevamo di interpretare. Mi piacerebbe ancora provare la sensazione di saperti accanto nello stesso letto, sentirti sotto la doccia, la scia del tuo profumo, accompagnarti a lavoro, ridere per niente. Mi piacerebbe ancora sentire il tuo corpo, la tua possibilità. Avrei voluto raccontarti mille storie inventate ma tutte ugualmente vere. Mi sarebbe piaciuto donarti ancora la mia nuova verità, le nostre distanze, le attese, la musica, la scoperta. Perchè è la perdita la misura dell'amore? Tutto rimbomba, il mio cuore è tramortito in una bara. Io che amo e che amo esplodere. Dove sono finita? Mi piacerebbe tornare da te, abbracciarti e dirti "usciamo a bere". Vorrei però togliermi dalla testa un orizzonte, vorrei saperti amare come tu mi chiedi.

domenica 7 marzo 2010

ho il sapore ancora
ho il gusto ancora
ho il cuore ancora
fuori è quasi l’alba
ed io ho questa pelle
che è rimasta assorta
senza una parola
a fissare un punto inesistente
della carrozzeria
per altre cento ore
chissà quale altra bugia
ti racconterai
pur di non ammettere che
è stato bello
al punto da non
esserti accorto
che pensando a me
sorridi
sempre
anche
ora

venerdì 5 marzo 2010

Le parole sono evase.

Inevitabili, incontenibili quasi. Le parole escono da sole, quasi a voler disseppellire la bara in cui le avevo relegate. Stare buone, ferme, chete. Questo gli avevo chiesto e invece loro no. Hanno fatto di testa loro, come sempre. Hanno preso, risalito la faringe, superato la glottide, accarezzato la lingua e VIA. Sono evase. Le parole sono evase, insieme ai sentimenti, alle emozioni, ai segreti, ai sicuramente domani qualcosa cambierà. Eppure ci speravo nella loro fedeltà. Ecco, ora mi toccherà ammazzare un altro discorso... quante altre bugie per far morire la verità.

mercoledì 3 marzo 2010

The sailor

Ho parlato col marinaio. Col cuore spappolato dall'urgenza di difendersi, di non farsi poi così male. Sono una donna ossimoro. Non pratico più l'arte della deriva. Ho deciso di salvaguardare quella minuscola parte che resta di me. Proteggerla forse dall'uomo che meno le avrebbe fatto male. Quell'uomo che mi ha accolta nel suo tempio, la cabina della nave. Quell'uomo, il marinaio, che non ha chiesto nè preteso niente, ma solo insegnato ad armi pari. Quell'uomo che nella mia testa, vedo confondersi col resto della birra, vedo farsi piccolo nel bicchiere, che vedo cercare velocemente con gli occhi l'uscita. Quell'uomo che ha forse desiderato cogliermi come un pensiero felice da infilare nella valigia da poi condividere con il mare. Lui paga il pegno dei sentimenti rovinati da altri. Lui paga per la somma delle mancanze di altri. Lui che potrebbe essere la differenza, e che io riesco ad eludere come tutte le occasioni migliori. Ma scegliere di avvinghiarsi a una cima sapendo che prima o poi mollerà l'attracco è roba da coraggiosi. Perchè bisognerà trovare poi la forza di restare a terra o l'incoscienza di fare un salto e partire.

martedì 2 marzo 2010

In moviola

Distante. Persa totalmente, incollata al pavimento, come se una mano mi trattenesse e mi impedisse di muovermi. A volte è così che mi sento, vedo sfaldarsi le cose e non riesco a fare nulla per fermarle. Rimango ferma. La cosa che ogni volta mi svuota e mi lascia senza difese è che: sembriamo così simili da non vedere le differenze che invece ci legano. La cosa che mi lascia senza parole è che: tu mi sei così vicino da comprendere il significato di ogni mio dettaglio e ora ti sfugge il senso più vero di me. La cosa che mi impedisce di pretendere qualcosa per me ogni volta è: la paura di non meritarlo. La cosa che ogni volta mi fa avere paura di perdere qualcosa è: la sensazione di possedere molto.

La nostra “stoir”

La nostra storia è bella, soprattutto perché non ti vedrò invecchiare. Non vedrò la tua pelle diventare molle, la tua faccia coprirsi di rughe. Non ti vedrò combattere con l’artrosi, non vedrò le tue giunture piegarsi, diventare nano, indossare il giornale sotto la canottiera per non prendere freddo. Non ti griderò che hai dimenticato di prendere la pillola per la pressione. La nostra storia è bella perché io non ci sarò quando sarai sopraffatto dalla sinusite. Non ti vedrò piangere senza versare una lacrima, certi pianti sono anche molto timidi. Io non ci sarò a convivere con il tuo pessimo senso dell’ironia, non ci sarò a spiegarti sempre ogni cosa e a darti comunque sempre ragione. La nostra storia è bella perché io non ti guarderò diventare assente, mimetizzato col tubo catodico. Io non ci sarò a vederti scegliere sempre lo stesso panino, girarti di spalle, rubarmi il cuscino. Non ci sarò (menomale) mentre mostri sempre le stesse foto di quando eri bambino, gli stessi trofei dei giochi della gioventù, raccontare gli stessi episodi del militare. La nostra storia è bella perché io faccio come mi pare. Esco, rientro, cambio continuamente canale, tengo la luce accesa del mio comodino e anzi mi addormento pure con gli occhiali. La nostra storia è bella perché scelgo cosa indossare, se tenere il riscaldamento acceso, se occupare il divano in orizzontale o verticale. Se mangiare carboidrati o proteine, se andare al cinema, se passeggiare. Se prendermi un animale normale invece della salamandra egiziana. La nostra storia è bella perché tu ora non puoi parlare, accusarmi, rendermi sempre così maledettamente banale. La nostra storia è bella perché non devo più sentirti inventare le canzoni in inglese, raccogliere il tuo accappatoio bagnato sul letto, non devo sentirti sognare e incubare accanto a me. La nostra storia è bella perché non puoi più infilarti nei miei discorsi e farmi perdere il filo, e poi dirmi che non era importante. Non puoi più farmi cercare da un addebito telefonico, fingere di aver speso i soldi per qualcosa di assolutamente inevitabile come la cornice digitale. La nostra storia è bella perché tu hai preso tutta la tua roba e mi hai lasciato un sacco di spazio libero per i miei vestiti. La nostra storia è bella perché non ti vedrò più andare in giro con i calzini e nient’altro addosso, non ti vedrò più mangiare direttamente nel frigorifero.
La nostra storia ha solo una cosa che non mi piace: che è finita.

lunedì 1 marzo 2010

In altro mare

Barlumi grigi
Si inseguono nel mare
Come occhi stanchi di desiderare sempre
Perciò assopite
Rimangono chiuse le palpebre
In altro mare

Nessuna prudenza

Nessuna prudenza. È un viaggio profondo dentro di sé. Percorrendo ogni latitudine. Ogni intimo emisfero, ogni angolo della propria caverna. Questo l’amore. Diventare estranei a se stessi. Chi sono io, chi sono stata? E più che la paura, a spaventare è proprio l’assenza di questa. Una radice che si spezza e torna a fiorire da un’altra parte. Non è una questione di coraggio o di abitudine alla cura, è solo e solamente qualcosa che reclama senza pretendere niente.