mercoledì 3 marzo 2010

The sailor

Ho parlato col marinaio. Col cuore spappolato dall'urgenza di difendersi, di non farsi poi così male. Sono una donna ossimoro. Non pratico più l'arte della deriva. Ho deciso di salvaguardare quella minuscola parte che resta di me. Proteggerla forse dall'uomo che meno le avrebbe fatto male. Quell'uomo che mi ha accolta nel suo tempio, la cabina della nave. Quell'uomo, il marinaio, che non ha chiesto nè preteso niente, ma solo insegnato ad armi pari. Quell'uomo che nella mia testa, vedo confondersi col resto della birra, vedo farsi piccolo nel bicchiere, che vedo cercare velocemente con gli occhi l'uscita. Quell'uomo che ha forse desiderato cogliermi come un pensiero felice da infilare nella valigia da poi condividere con il mare. Lui paga il pegno dei sentimenti rovinati da altri. Lui paga per la somma delle mancanze di altri. Lui che potrebbe essere la differenza, e che io riesco ad eludere come tutte le occasioni migliori. Ma scegliere di avvinghiarsi a una cima sapendo che prima o poi mollerà l'attracco è roba da coraggiosi. Perchè bisognerà trovare poi la forza di restare a terra o l'incoscienza di fare un salto e partire.

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