martedì 2 marzo 2010

La nostra “stoir”

La nostra storia è bella, soprattutto perché non ti vedrò invecchiare. Non vedrò la tua pelle diventare molle, la tua faccia coprirsi di rughe. Non ti vedrò combattere con l’artrosi, non vedrò le tue giunture piegarsi, diventare nano, indossare il giornale sotto la canottiera per non prendere freddo. Non ti griderò che hai dimenticato di prendere la pillola per la pressione. La nostra storia è bella perché io non ci sarò quando sarai sopraffatto dalla sinusite. Non ti vedrò piangere senza versare una lacrima, certi pianti sono anche molto timidi. Io non ci sarò a convivere con il tuo pessimo senso dell’ironia, non ci sarò a spiegarti sempre ogni cosa e a darti comunque sempre ragione. La nostra storia è bella perché io non ti guarderò diventare assente, mimetizzato col tubo catodico. Io non ci sarò a vederti scegliere sempre lo stesso panino, girarti di spalle, rubarmi il cuscino. Non ci sarò (menomale) mentre mostri sempre le stesse foto di quando eri bambino, gli stessi trofei dei giochi della gioventù, raccontare gli stessi episodi del militare. La nostra storia è bella perché io faccio come mi pare. Esco, rientro, cambio continuamente canale, tengo la luce accesa del mio comodino e anzi mi addormento pure con gli occhiali. La nostra storia è bella perché scelgo cosa indossare, se tenere il riscaldamento acceso, se occupare il divano in orizzontale o verticale. Se mangiare carboidrati o proteine, se andare al cinema, se passeggiare. Se prendermi un animale normale invece della salamandra egiziana. La nostra storia è bella perché tu ora non puoi parlare, accusarmi, rendermi sempre così maledettamente banale. La nostra storia è bella perché non devo più sentirti inventare le canzoni in inglese, raccogliere il tuo accappatoio bagnato sul letto, non devo sentirti sognare e incubare accanto a me. La nostra storia è bella perché non puoi più infilarti nei miei discorsi e farmi perdere il filo, e poi dirmi che non era importante. Non puoi più farmi cercare da un addebito telefonico, fingere di aver speso i soldi per qualcosa di assolutamente inevitabile come la cornice digitale. La nostra storia è bella perché tu hai preso tutta la tua roba e mi hai lasciato un sacco di spazio libero per i miei vestiti. La nostra storia è bella perché non ti vedrò più andare in giro con i calzini e nient’altro addosso, non ti vedrò più mangiare direttamente nel frigorifero.
La nostra storia ha solo una cosa che non mi piace: che è finita.

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